Polline e prostata

Il polline per le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, è usato per il trattamento di disturbi prostatici e urinari, in particolare nelle prostatiti croniche (non batteriche). Contiene licopene, beta-sitosterolo e flavonoidi che inibiscono la crescita del tessuto prostatico riducendo dolore infiammazione e rischio di neoplasia. Negli studi clinici più recenti vengono solitamente usati estratti di polline, e non polline integrale, in quanto gli estratti sono standardizzati e dosabili con precisione ma questi estratti hanno proprietà biochimiche minori rispetto al polline fresco.

polline prostata 01

In studi eseguiti su pazienti anziani affetti da IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA (IPB) che hanno assunto polline per 12 SETTIMANE sono stati registrati significativi miglioramenti nei seguenti parametri:

  • Diminuzione dell’urgenza a urinare
  • Diminuzione della necessità di urinare durante il riposo notturno
  • Miglioramento dello svuotamento della vescica
  • Diminuzione dell’intermittenza del flusso urinario durante la minzione

La diminuzione del volume prostatico è da collegarsi alla riduzione dell’edema determinato dal processo infiammatorio.

Nuove possibilità applicative del polline

Un’altra interessante proprietà applicativa è quella ANTIMICROBICA. Il polline infatti ha una spiccata azione inibente soprattutto sui BATTERI GRAM + (Staphylococcus aureus) e GRAM – (Escherichia coli e Pseudomonas aeruginosa), anche su FUNGHI e LIEVITI. L’azione antimicrobica è da attribuire soprattutto al suo contenuto in COMPOSTI FENOLICI.

In virtù di questa attività antibatterica è nata l’idea di valutarne le potenzialità come possibile ADDITIVO ALIMENTARE (CONSERVANTE).

Fonte: Colonna Aristide, 2017, Il caviale dei fiori, in Metalori Aldo, GUIDA PRATICA ALLA PRODUZIONE DEL POLLINE IN ITALIA, ed. Montaonda Firenze